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Chi percepisce l’assegno INPS per NASPI, può lavorare? La risposta è inaspettata

È vero che chi percepisce l’assegno INPS per NASPI non può lavorare? Finalmente arriva il chiarimento.

Quando un lavoratore percepisse il sussidio NASPI può lavorare?  Spesso i percettori dell’indennità di disoccupazione si pongono questa domanda. Oggi finalmente possiamo chiarire qualsiasi dubbio.

Assegno INPS e Naspi
Lavorare percepire l’indennità Naspi- Lamiapartitaiva.it

Secondo quanto stabilito dalla legge italiana il cittadino che percepisce la NASPI ha la possibilità di svolgere un’attività da lavoratore autonomo o dipendente purché rispetti determinati parametri reddituali.

Assegno INPS per NASPI: si può lavorare?

Secondo quanto stabilito dall’ordinamento giuridico italiano il soggetto che percepisce la Naspi ha la possibilità di svolgere un’attività da lavoratore autonomo senza perdere il diritto all’indennità di disoccupazione.

Lavorare percepire l'indennità Naspi
Limiti reddituali da lavoro – Lamiapartitaiva.it

 

Tuttavia è necessario che il reddito annuo derivante dal conto attività lavorativa non sia superiore a 5500 euro. Sarà compito del percettore di NASPI comunicare all’INPS il reddito annuo derivante da tale attività.

Così facendo l’INPS avrà la possibilità calcolare la riduzione del 80% dell’indennità di disoccupazione in funzione del reddito dichiarato dal contribuente.

Se invece il percettore di NASPI svolge un lavoro subordinato dovrà rispettare un reddito annuo che non deve essere superiore a 8174 euro. Tuttavia, in questo caso, è necessario rispettare anche un’altra condizione affinché non avvenga la decadenza dell’indennità: il lavoro non deve avere una durata superiore ai 6 mesi.

In tal caso, l’importo dell’indennità sarà ridotto all’80% del reddito previsto in base al periodo di tempo che intercorre dalla data di inizio dell’attività e la data in cui termina il periodo di godimento dell’indennità.

Naspi con due lavori part time

Può accadere che il lavoratore abbia due contratti di lavoro subordinato a tempo parziale. Di fronte alla perdita di uno dei due lavori in seguito al licenziamento o dimissioni per giusta causa o risoluzione contrattuale il lavoratore avrà diritto alla percezione dell’indennità di disoccupazione a patto che il reddito residuo non superi gli 8.174 euro all’anno.

In questo caso però il lavoratore subirà una riduzione pari al 80% del valore della Naspi, ma dovrà comunicare all’INPS il reddito annuo previsto, entro 30 giorni dalla presentazione della domanda.

Ricordiamo che i lavoratori hanno la possibilità di percepire la Naspi in maniera dilazionata o anticipata, ovvero in un’unica soluzione. Per poter accedere alla liquidazione anticipata però il lavoratore non deve avviare attività di collaborazione coordinata e continuativa, ma può svolgere attività come libero professionista.

Se durante il periodo in cui è riconosciuta l’indennità di disoccupazione, il lavoratore instaura un rapporto di lavoro subordinato dovrà restituire integralmente la NASPI ricevuta in via anticipata.

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