A dicembre i proprietari di case devono pagare l’IMU se non lo fanno rischiano il pignoramento. Ma è davvero così? Ecco cosa sapere.
L’IMU è l’Imposta municipale unica che si applica sulla proprietà di immobile ma non sulla prima casa. Con questa espressione si intende l’immobile in cui un proprietario ha la dimora fisica e la residenza anagrafica.
Il pagamento avviene in due rate: la prima il 16 giugno e la seconda il 16 dicembre. Quest’ultima rata è considerata il saldo dell’IMU. Il pagamento è obbligatorio ed è per questo che in molti si chiedono cosa succede se non si paga: si rischia il pignoramento della casa?
Prima di rispondere, ricordiamo che i Comuni stanno eseguendo controlli molto severi sugli accertamenti esecutivi che potrebbero coinvolgere anche i conti correnti. Soprattutto dei contribuenti che non pagano o sono in ritardo con i pagamenti delle tasse comunali. Scopriamo quali sono i rischi che si corrono se non si paga l’IMU.
Con la legge di Bilancio 2020 è cambiata la normativa che regola la riscossione delle tasse locali. Infatti, nelle cartelle di riscossione che i Comuni inviano devono essere presenti le informazioni necessarie affinché diventino esecutive.
Quindi, dopo la notifica se entro 120 giorni non sarà versato quanto dovuto, si potrà eseguire il recupero coattivo con il rischio del pignoramento del conto corrente del contribuente. Un rischio ancora più concreto perché gli enti locali hanno la possibilità di accedere alle informazioni contenute nell’Anagrafe tributaria. Si tratta di un grande archivio contenente tutti i dati reddituali di ciascun contribuente.
Riguardo all’IMU prima di procedere con il recupero coattivo, il contribuente avrà la possibilità di regolarizzare la sua posizione e pagare il versamento anche se in ritardo. In realtà, questa possibilità è valida per molte tasse locali, come per esempio il bollo auto.
Tuttavia, in casa di mancato adempimento oltre al pignoramento per ottenere quando spetta gli enti locali potranno mettere in atto anche il fermo amministrativo oppure l’ipoteca.
Come detto in precedenza, il 16 dicembre è l’ultima data per pagare l’IMU 2023. Chi non la rispetta rischia veramente molto. Infatti, come stabilito dall’Agenzia delle Entrate dopo 60 giorni dalla notifica gli atti emessi dal Comune diventano titoli efficaci, senza la necessità di inviare una ulteriore notifica.
Poi, dopo 30 giorni dopo la scadenza del pagamento, si può procedere con la procedura di riscossione forzata. Il contribuente moroso sarà avvisato ma senza l’invio della cartella perché basterà il solo atto già notificato dal Comune. Di conseguenza, se la somma non sarà versata partirà il pignoramento.
Invece, se il contribuente è in debito per una somma superiore ai 10mila euro, la procedura è diversa. Infatti, prima dell’avvio della procedura esecutiva l’agente esecutore dovrà inviare obbligatoriamente un sollecito di pagamento; ovvero, un ultimo avviso verso il contribuente moroso che potrà mettersi in regola e pagare il debito.
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