Il pagamento della TARI è obbligatorio per tutti, salvo rare situazioni di esenzioni, e chi non versa il tributo rischia pesanti sanzioni.
La tassa sui rifiuti o TARI è uno dei tributi più odiati dagli italiani. La tassa è destinata a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, che spesso non è giudicato di buon livello dai contribuenti. In molti Comuni, specie in quelli in cui sembra che la gestione dei rifiuti sia più problematica, il tributo è spesso abbastanza alto. Ciononostante quasi nessuno è esente da questo onere.
La TARI è infatti è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte. A qualsiasi uso sia adibito il locale o lo spazio, se suscettibile di produrre rifiuti urbani, comporta il pagamento della tassa. E in caso di pluralità di possessori o di detentori, la legge stabilisce che essi siano tenuti in solido all’adempimento dell’unica obbligazione tributaria.
Questa tassa fu introdotta dalla legge di stabilità del 2014, in sostituzione delle precedenti TIA (tariffa di igiene ambientale), TARSU (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) e IUC (tributo comunale sui rifiuti e sui servizi. Da allora gli italiani hanno imparato a conoscere questo tributo, anche se non è ancora a tutti chiaro cosa succede quando non si paga la TARI.
Il mancato pagamento della TARI può determinare conseguenze legali ed economiche. In generale, se l’importo non pagato supera i 30.000 euro, si configura un grave caso di evasione fiscale, con effetti penali. Per importi inferiori, si parla invece di illecito tributario.
Ogni volta che si riscontra un mancato pagamento, il Comune ha il diritto di intraprendere azioni legali per recuperare le somme dovute. In queste riscossioni si applicano interessi di mora per i pagamenti in ritardo. Va da sé che l’entità degli interessi sia variabile, a seconda del periodo di ritardo.
Passati cinque anni dalla richiesta di saldo, la tassa va in prescrizione. Ogni volta che il Comune manda una nuova notifica di pagamento la prescrizione si allontana di altri cinque anni. Capita spesso però che i contribuenti non ricevano il bollettino per il pagamento della tassa. Anche in questo caso, il contribuente deve assumersi tutta la responsabilità: deve contattare personalmente il Comune per ottenere chiarimenti. Per legge, l’assenza del bollettino non esonera dal pagamento dell’imposta. Quindi la responsabilità del pagamento ricade sempre sul contribuente.
Il pagamento può essere effettuato con bollettino o utilizzando il modello F24. E se si paga in ritardo la TARI arrivano le sanzioni. Tali sanzioni vanno ridotte nel caso di un ravvedimento operoso (quando i contribuenti correggono autonomamente errori od omissioni). La tassa viene così ridotta del 50% se il pagamento avviene entro 90 giorni dal termine originale.
Se è provato un disservizio da parte del Comune nella raccolta dei rifiuti, come stabilito dalla normativa, al contribuente spetta una riduzione della TARI che può variare dal 20% all’80%.
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