Scegliere di investire in un fondo pensione non mette al sicuro i risparmi: si rischia comunque il pignoramento in alcuni specifici casi.
Le polizze vita e i fondi pensione sono spesso presentati dagli operatori che li pubblicizzano e commercializzato come prodotti “impignorabili”. Purtroppo non è del tutto vero. Esistono fattispecie giuridiche che rendono anche il fondo pensione a rischio pignoramento. Il fondo pensione è un prodotto scelto per realizzare un capitale o una rendita, per integrare la pensione ordinaria. E salvo eccezioni, è sempre un gruzzolo riscattare quando il beneficiario matura l’età anagrafica corrispondente alla vecchiaia.
La normativa vigente pone il divieto assoluto di pignorabilità del capitale maturato con il fondo pensione, ma esclusivamente durante la fase di accumulo. Ciò significa che nessuno può mettere le mani nel capitale in quella fase più o meno lunga che va tra l’apertura del fondo stesso e il riscatto del beneficiario.
La stessa cosa non succede con le polizze vita, che in molti casi sono “attaccabili” dai creditori. Da questo punto di vista, dunque, i fondi pensione sono più tutelati rispetto alle polizze.
Ma cosa succede per il fondo pensione quando arriva il momento del riscatto? Quando il beneficiario riscatterà il capitale, il 100% avendo maturato l’età pensionistica o il 75% per spese sanitarie, l’importo corrispondente all’accredito diventa pignorabile entro certi limiti.
Pignoramento del fondo pensione: ecco quando può accadere
La parte pignorabile è limitata a un quinto dell’importo complessivamente percepito in conformità all’art. 545, comma 7, c.p.c.. In ogni caso, il pignoramento del fondo pensione non può mai essere in misura superiore alla cifra standard dell’assegno sociale.
Invece, non esista alcun limite di pignorabilità quando il beneficiario, prima di maturare l’età pensionabile, chiede un anticipo fino al 75% o al 30% rispettivamente per l’acquisto della prima casa o per ulteriori esigenze personali. Insomma, quando i soldi vengono svincolati dal fondo sono sempre attaccabili.
Lo sono anche se sono ancora vincolati, ma solo se c’è un giudice a disporre la necessità del pignoramento dopo una causa. Il creditore è infatti tutelato dalla legge italiana. Molto, poi, dipende dal contratto che dà origine e senso all’investimento pensionistico privato.
Il Governo Meloni sembra in questo senso teso a tutelare i risparmiatori e i pensionati. Per i pensionati standard, cioè quelli che incassano una pensione dall’INPS, il limite di impignorabilità è di recente salito verso un limite pari al doppio della cifra dell’assegno sociale.
Un’altra novità importante riguarda il fatto che per la giurisprudenza vanno intese come impignorabili solo le polizze il cui intento sia quello di reintegrare l’assicurato del danno provocato dall’evento morte o sopravvivenza. E non anche quello in cui l’assicurato (anche grazie all’esercizio del diritto di recesso) recuperi al suo patrimonio somme estranee agli scopi previdenziali.