Cavi sottomarini minacciati dalle tensioni, ecco cosa sta succedendo nel mondo: i dettagli e le curiosità della vicenda
Il mondo che conosciamo oggi è profondamente interconnesso e, spesso, ciò che avviene sotto la superficie degli oceani rivela molto su quello che accade in superficie. I cavi sottomarini, invisibili ma essenziali, costituiscono il nervo centrale delle comunicazioni globali, ma il loro futuro è sempre più incerto a causa di eventi naturali e tensioni geopolitiche. Scopriamo come questi fragili fili siano diventati vitali per il nostro mondo e quali minacce stanno affrontando.
Nascosti nelle profondità marine, i cavi sottomarini sono davvero una delle colonne portanti della nostra connettività globale. Si stima che le lunghezze totali di questi cavi raggiungano circa 1,4 milioni di chilometri; per darvi un’idea, se li mettessimo allineati, riusciremmo a incrociare il diametro del Sole! Senza di essi, l’85% delle comunicazioni internazionali non funzionerebbe e gran parte dei dati digitali non viaggerebbe come dovrebbe.
In un mondo dove la velocità è tutto, la loro sottile struttura costituita da una serie di materiali specializzati, che di norma non superano i 2 centimetri di diametro, consente trasmissioni di dati che vanno ben oltre le aspettative. Ma attenzione: la loro fragilità è anche la loro condanna. Se uno di questi cavi subisce danni – che sia per un evento naturale o un errore umano – le conseguenze possono essere devastanti. Pensate solo a quanto possa essere compromessa la rete internet di una nazione o persino una macroregione. Nel 1929, per esempio, un terremoto devastante ha danneggiato i cavi sotto l’Oceano Atlantico, creando disagi nel collegamento tra il Nord America e l’Europa. Recentemente, un altro grave sfregio si è verificato tra le coste di Taiwan, quando un terremoto di magnitudo 7 ha spezzato diversi cavi nel Mare Cinese Meridionale.
I rischi delle catastrofi naturali e delle minacce geopolitiche
Nonostante le loro dimensioni, i cavi sottomarini devono affrontare minacce che vanno ben oltre il loro ambiente naturale. Nel febbraio del 2023, un episodio drammatico si è verificato nel Mare Cinese Meridionale. Il principale operatore di telecomunicazioni di Taiwan, Chungwa Telecom, ha rivelato che uno dei cavi che collega l’arcipelago delle Matsu all’isola principale di Taiwan ha subito danni significativi. Sebbene l’evento non abbia ricevuto grandi attenzioni mediatiche, le ripercussioni non sono state trascurabili.
Le conseguenze si sono fatte sentire in modo palpabile tra gli abitanti dell’arcipelago, che contano meno di 13.000 anime. La connessione internet è stata gravemente compromessa: inviare un singolo SMS richiedeva fino a 20 minuti! La congestione della rete ha reso quasi impossibile l’accesso a siti web di e-commerce o prenotazione. Immaginate gli effetti su industrie come il turismo e il commercio. Alcuni residenti hanno persino avanzato l’ipotesi che non si sia trattato solo di un incidente, ma che le navi cinesi continentali possano aver deliberatamente danneggiato il cavo. Anche se si tratta di accuse senza prove definitive, l’episodio ha amplificato l’allerta delle autorità locali riguardo a possibili attacchi mirati.
L’attenzione sui cavi nel Mar Cinese Meridionale
Se pensiamo all’importanza strategica dei cavi sottomarini, il Mar Cinese Meridionale viene immediatamente in mente come un punto caldo. In questa zona, piena di interessi economici e politici, i cavi sono sempre più bersagliati, rendendo la situazione delicatissima. Nel 2021, c’erano già oltre 100 cavi in questa regione, ognuno con i propri percorsi e capacità di trasmissione.
L’ascesa della Cina nel settore ha portato a un aumento delle tensioni. Cavi come l’Asia-Pacific Gateway e il South-East Asia Japan Cable System collegano Paesi chiave dell’Asia-Pacifico, e questo ha inevitabilmente incrementato le preoccupazioni riguardanti la sicurezza. Gli esperti avvertono che le minacce derivanti da sabotaggi o da manovre militari potrebbero non essere solo ipotetiche. Le tensioni, specialmente tra Taiwan e la Cina, sollevano interrogativi sul futuro di queste infrastrutture critiche. Inoltre, le simulazioni di blocchi navali da parte di Pechino fanno tremare i governi, costringendo a riesaminare misure di protezione per evitare che simili eventi possano danneggiare la connettività e, quindi, l’economia dell’area.
In questo contesto complesso, diventa sempre più evidente che il futuro dei cavi sottomarini è legato a doppio filo non solo alla tecnologia, ma anche alle dinamiche geopolitiche ambientali!