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Cassa integrazione a zero ore: cos’è e come funziona

Cos’è e come funziona la cassa integrazione a zero ore, tutte le informazioni necessarie su stipendi, pagamenti, TFR, malattie e ferie.

Se la salute finanziaria della tua azienda sta scivolando sempre più verso il baratro e il rischio di fallimento è in agguato, o se la tua azienda ti sta affidando sempre meno lavoro a causa di una produzione più lenta del solito, non disperare: c’è una soluzione a tua disposizione, fornita dallo Stato, che potrebbe essere la tua ancora di salvataggio – la cassa integrazione a zero ore.

In questa guida approfondita sulla cassa integrazione a zero ore, ti fornirò tutte le informazioni necessarie per comprendere appieno questo strumento, come funziona e quali sono le implicazioni finanziarie, come viene gestito il pagamento dell’importo dello stipendio e da parte di chi, qual è la durata massima consentita e in quali circostanze è possibile lavorare durante il periodo di cassa integrazione. Inoltre, discuteremo anche di come vengono trattati il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) e le ferie durante questo periodo, nonché di quando è possibile beneficiare di un’indennità di malattia. Infine, prenderemo in considerazione anche le disposizioni speciali adottate a causa dell’emergenza coronavirus.

La cassa integrazione: modalità, pagamenti e TFR

Nel caso in cui la tua azienda si trovi in un periodo critico, come ad esempio una crisi aziendale, la cassa integrazione guadagni (CIG) è uno strumento previsto dall’INPS che può offrire un prezioso sostegno. Questo meccanismo, che entra in gioco in caso di riduzione dell’attività lavorativa, consente di integrare gli stipendi dei dipendenti in modo da evitare ingenti perdite salariali.

La CIG presenta due diverse modalità:

1. Cassa integrazione ordinaria (CIGO) – destinata alle aziende in crisi aziendale

2. Cassa integrazione straordinaria (CIGS) – riservata a imprese di grandi dimensioni, di grande rilevanza sociale e interessate da una crisi di ampia portata. Può essere applicata anche in situazioni di riorganizzazione aziendale, fallimento o procedure concorsuali.

Se quindi la tua azienda sta attravesando un periodo critico, potrebbe decidere di adottare la cassa integrazione, con diversi livelli di impatto:

– Cassa integrazione parziale: il tuo orario di lavoro viene ridotto. Ad esempio, se il tuo contratto prevede 36 ore settimanali, l’azienda potrebbe ridurle a 30, 20 o altro ancora, in base alle sue necessità.

– Cassa integrazione a zero ore: la tua attività lavorativa viene completamente sospesa. L’azienda non ha la possibilità di offrirti lavoro e quindi sospende tutte le ore lavorative previste dal tuo contratto.

La cassa integrazione guadagni rappresenta quindi uno strumento intelligente per le aziende che si trovano in difficoltà finanziarie, offrendo una soluzione professionale e legale per mitigare gli effetti negativi sulla retribuzione dei dipendenti durante periodi di crisi.

La CIG viene ordinariamente adottata in modo rotativo: un gruppo di lavoratori viene sospeso inizialmente e successivamente, quando questi riprendono completamente il lavoro, viene implementata un’altra sospensione per un diverso gruppo. La rotazione è obbligatoria se stabilita nell’accordo tra azienda e sindacati.

Un uomo regge un albero nel palmo della mano
Foto | Arthon meekodong @Canva – lamiapartitaiva.it

Stipendio

Per quanto riguarda lo stipendio, se ti trovi in cassa integrazione a zero ore, non devi preoccuparti: non perderai la tua retribuzione. Infatti, la CIG è stata ideata appositamente a tale scopo: INPS corrisponderà la tua retribuzione al posto dell’azienda in difficoltà, sebbene non al 100%. La CIG, indipendentemente che sia parziale o a zero ore, prevede il pagamento dell’80% della tua retribuzione.

A titolo di esempio, se percepi un salario mensile lordo di 1.500 euro per 30 ore settimanali e ti trovi in cassa integrazione con CIG a zero ore, riceverai l’80% di 1.500 euro, pari a 1.200 euro lordi.

Esiste però un limite massimo di indennità per la CIG:

  • se il tuo stipendio è fino a 2.102,24 euro, l’importo massimo per la tua CIG può ammontare a 971,17 euro mensili
  • per i salari superiori a questa cifra, l’indennità della CIG non può comunque superare 1.167,91 euro.

Modalità di pagamento della cassa integrazione e durata massima

L’importo della cassa integrazione ti verrà pagato direttamente dal tuo datore di lavoro, che successivamente richiederà il rimborso all’INPS. Di conseguenza, già dal primo mese di cassa integrazione, riceverai l’80% del tuo stipendio. Nel caso in cui l’azienda dimostri gravi difficoltà e non sia in grado nemmeno di anticipare la CIG ai suoi dipendenti, allora il pagamento verrà effettuato direttamente dall’INPS.

Tuttavia, in questo caso non riceverai immediatamente i soldi, potrebbero passare dai due ai cinque mesi perché l’INPS non eroga l’assegno immediatamente al momento della domanda, ma solo al termine della procedura una volta che la domanda è stata accettata.

Nel caso di cassa integrazione a zero ore, non hai diritto alla tredicesima mensilità. Pertanto, ad esempio, se il tuo reddito annuo è di 2000 euro e sei stato in cassa integrazione a zero ore per metà dell’anno, a dicembre avrai diritto solo alla tredicesima corrispondente ai mesi lavorati, ovvero la metà (1000 euro di tredicesima maturati in sei mesi di attività anziché 2000).

La durata massima della cassa integrazione (parziale o a zero ore) è stata riformata con il D.Lgs. 148/2015, noto come Jobs Act. Prima di questa riforma, la durata massima era uniforme e arrivava fino a 36 mesi. Tuttavia, il Jobs Act ha deciso di razionalizzare le risorse, assegnando un periodo più lungo alle aziende più in difficoltà e ai settori specifici.

Secondo la legge del 1945, che ha istituito la cassa integrazione, era vietato svolgere altri lavori , pena la perdita della cassa integrazione.Con la sentenza n.12487 del 1992 è invece possibile lavorare sia come dipendente che come autonomo durante la cassa integrazione, anche con prestazioni accessorie. Tuttavia, l’indennità della CIG viene ridotta in base all’importo guadagnato con il nuovo impiego. Questo orientamento è stato successivamente confermato dalla Circolare INPS n. 130/2010.

In conclusione, la durata massima della cassa integrazione è stata riformata per adattarsi alle esigenze delle diverse aziende e settori. Inoltre, la possibilità di lavorare durante la CIG è stata stabilita dalla Corte di Cassazione e confermata dall’INPS, garantendo ai lavoratori un’opportunità di guadagno aggiuntivo anche durante questo periodo di difficoltà economica.

TFR 

Per quanto riguarda il TFR (Trattamento di Fine Rapporto), è importante sapere che, come stabilito nell’articolo 2120 del codice civile, il TFR matura anche durante il periodo di sospensione del lavoro, come ad esempio durante la cassa integrazione, che sia CIGO o CIGS, parziale o a zero ore. Pertanto, ogni mese il tuo datore di lavoro deve mettere da parte la quota del TFR che ti spetterebbe nel caso in cui lavorassi a tempo pieno.

Il calcolo della quota del TFR che deve essere accantonata non subisce variazioni neanche in questo caso: si prende il reddito (contrattuale, senza considerare la cassa integrazione) e lo si divide per 13,5. Il risultato viene successivamente rivalutato in base ai coefficienti stabiliti dall’ISTAT, a cui va aggiunto un ulteriore 0,5% da destinare all’INPS. L’importo così rivalutato rappresenta la quota da accantonare per l’anno.

Ferie e malattia durante la cassa integrazione

Durante la cassa integrazione, il diritto alle ferie si basa sul principio del riposo necessario dopo un periodo di lavoro attivo. Dopo un periodo intenso di attività lavorativa, è importante dedicare un momento di riposo psicofisico per recuperare le energie. Tuttavia, quando si è in cassa integrazione a zero ore, e quindi non si lavora, l’attività lavorativa viene completamente sospesa e di conseguenza le ferie non maturano.

Al contrario, se si è in cassa integrazione parziale, ossia con un orario di lavoro ridotto, si ha il diritto a maturare ferie in misura intera.

Per quanto riguarda la malattia durante la cassa integrazione, la Circolare INPS numero 82 del 16 giugno 2009 stabilisce che se ci si ammala durante la cassa integrazione a zero ore (CIGO o CIGS), prevale la cassa integrazione. Ciò significa che si continua a percepire l’indennità della cassa integrazione e non quella di malattia. Inoltre, non è nemmeno necessario informare il datore di lavoro sullo stato di malattia.

La situazione cambia se ci si ammala prima dell’inizio della cassa integrazione. In questo caso, ci sono due possibilità:

1. Se tutto l’ufficio o il reparto è in cassa integrazione, prevale la cassa integrazione e, una volta iniziata, non spetta più l’indennità di malattia ma si inizia a percepire quella della cassa integrazione.

2. Se solo una parte dell’ufficio o del reparto è in cassa integrazione, prevale la malattia e quindi, anche se inizia la cassa integrazione, si continua a percepire l’indennità di malattia fino alla fine dell’indisposizione.

In conclusione, durante la cassa integrazione è importante comprendere i diritti e le regole relative alle ferie e alla malattia, al fine di garantire un corretto equilibrio tra lavoro e riposo.

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