La Direttiva Case Green imporrà a tantissimi italiani alcuni lavori obbligatori in casa: ecco la lista degli interventi necessari.
Il pacchetto di norme proposto dall’Unione Europea per favorire la ristrutturazione e l’ammodernamento degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi edifici ad alta efficienza energetica non piace troppo agli italiani. Ciò che si teme è la spesa, dato che nessuno si aspetta grossi aiuti da parte dello Stato. L’obiettivo della Direttiva è condivisibile e rispettabile, ma economicamente la situazione appare poco sostenibile.
La Direttiva Case Green non ha stilato soltanto una lista di obblighi per gli edifici nuovi. Anche gli immobili vecchi dovranno affrontare delle ristrutturazioni per ridurre le emissioni di carbonio. Secondo alcune stime, in tutti i Paesi europei un buon 40% delle case esistenti dovrà essere rifatto da cima a fondo.
Sono infatti parecchi gli immobili con scarsissime prestazioni energetiche (quelli di classe G ed F dovranno arrivare a una riduzione media del consumo di energia di almeno il 16%). Per queste case così inquinanti le ristrutturazioni dovranno partire entro il 2030. Edifici a classe E e D dovranno arrivare al 26% e concludere i lavori di ammodernamento entro il 2033.
Ma quali sono gli interventi richiesti? E quanto costeranno? Si parla di lavori generici come l’installazione di cappotti termici, la sostituzione degli infissi e l’uso di pannelli solari… Ma esiste una lista di interventi davvero obbligatori per la Direttiva Case Green?
Case Green: la lista dei lavori da fare
Secondo gli esperti del settore, per soddisfare i target stabiliti dall’Europa con la Direttiva Case Green, gli interventi previsti sono simili a quelli già affrontati con il Superbonus: la lista comprende tante cose. Alcune più abbordabili, come lavori. Altre più impegnative.
Si parte con la sostituzione di finestre e porte con modelli energicamente più efficienti. Poi è prevista la realizzazione di un cappotto termico. L’obbligo di installare pannelli solari riguarderà solo gli edifici pubblici e sarà progressivo dal 2026 al 2030.
Tutte le case dovranno invece aggiornare le caldaie. I Paesi dell’UE hanno tempo fino al 2040 per eliminare le caldaie a combustibili fossili. Dal 2025, non dovranno più esserci sussidi e bonus per le caldaie autonome a combustibili fossili. Per contro, saranno introdotti incentivi per promuovere sistemi di riscaldamento e raffreddamento alimentati da energie rinnovabili.
Secondo il sindacato dei lavoratori delle costruzioni, le ristrutturazioni coinvolgeranno circa 5 milioni di edifici. La spesa complessiva potrebbe essere di circa 270 miliardi. Una famiglia potrebbe spendere dai 20.000 ai 60.000 euro per immobile a partire dalla condizione della casa.
L’Italia saprà sfruttare l’occasione? I Paesi membri dovranno adottare misure specifiche. Arriveranno aiuti dall’UE, ma ogni Stato dovrà metterci fondi propri. Bisogna arrivare a una riduzione media del consumo di energia delle case di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035