Una categoria di lavoratori potrebbe essere premiata con l’aumento di 435 euro in busta paga, così come richiesto da mesi.
I sindacati stanno lavorando affinché venga presto formalizzato l’incremento contrattuale da 435 euro. Sembra una somma alta, ma va considerato che andrebbe spalmata su tre annualità, secondo una sequenza precisa e una proporzione su cui trovare ancora accordo. Ciò è possibile perché la scadenza del contratto è imminente, e come succede in questi casi i lavoratori pretendono che il loro stipendio sia adeguato all’inflazione.
La busta paga sarà dunque molto più pesante, e l’aumento richiesto potrebbe essere associato anche a differenti condizioni di lavoro. Si parla, per esempio, anche di una settimana lavorativa da 35 ore.
La notizia interessa a più di 270 mila lavoratori. Cioè a quelli del settore bancario. Sono infatti i dipendenti di banca a chiedere l’aumento, dopo la terza proroga della scadenza del contratto nazionale.
La risposta a questa richiesta non è ancora arrivata dalla controparte datoriale. Ma l’impressione è che si possa trovare presto un accordo.
In settimana c’è in programma un incontro tra i leader delle diverse sigle sindacali interessate: i vari sindacati faranno fronte comune e definiranno meglio tutti i dettagli della richiesta.
Dopo le tante proroghe della scadenza del contratto nazionale dei dipendenti bancari, è davvero possibile trovare un accordo per determinare l’aumento già richiesto nei primi mesi dell’anno.
Molti dipendenderà da Intesa Sanpaolo, che è il principale player italiano con circa 72 mila dipendenti. Da sola Intesa ha sotto contratto il 28% circa di tutti gli interessati. E proprio Intesa ritiene congrua la richiesta dell’aumento di 435 euro.
Dopotutto, le banche sono le istituzioni che hanno guadagnato di piú in questi anni, e quando ci sono profitti così alti, contrapposti a un’evidente inflazione, è giusto pensare a un cospicuo aumento per i lavoratori.
Tutte le altre banche non la pensano come Intesa e continuano dunque a fare resistenza. Ecco perché la questione relativa al rinnovo contrattuale non è ancora troppo chiara.
Difficile ma non impossibile che si possa mantenere un fronte unico e compatto. La collaborazione di tutti è oggi un orizzonte lontano ma non irrealizzabile. Ma l’obiettivo resta appunto quello di ottenere un contratto collettivo nazionale unico e solido. Per questo i 435 euro potrebbero anche scendere.
Se l’aumento di 435 euro non andasse in porto, sappiamo già che Intesa andrebbe avanti con la contrattazione di secondo livello. Manterrebbe dunque l’impegno già preso coi propri dipendenti. Ma nei prossimi giorni la posizione del gruppo potrebbe convincere anche altri istituti a cambiare idea.
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