Il burnout colpisce una grande fetta di lavoratori ma, ancora oggi in Italia, viene ampiamente sottovalutato e sottostimato.
Riconoscere questa condizione è essenziale, ne va della salute e quindi delle prestazioni operative ma anche di quelle che possono essere le conseguenze sul proprio rapporto con gli altri nel luogo di lavoro. Si stima che il 58% dei lavoratori nel mondo ne siano affetti.
La vita lavorativa ha ripercussioni anche sul privato e finisce con l’essere condizione alienante per chi ne viene colpito. Dato da fasi differenti, condizioni diverse ma casistiche in crescita e problemi che sono sempre più diffusi e pericolosi.
Il burnout non è infelicità sul lavoro o insoddisfazione per il proprio operato, è una condizione patologica che può portare a forme depressive importanti. Secondo il rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro è appurato come un lavoro stressante e usurante – sia mentalmente che fisicamente – unito a condizioni di stress continuativo possono portare ansia, depressione e stress.
Queste condizioni non sempre vengono riconosciute dal lavoratore che, talvolta, si trova a fare i conti con il problema quando questo richiede un approccio mirato. Riconoscere i primi segnali e quindi porre un freno, cambiare rotta, prendere provvedimenti immediati è essenziale per tutti. Risulta importante, per chiunque e per qualunque tipo di lavoro, avere del tempo libero. Saper riconoscere quello che è l’orario destinato alla professione da quello che invece è da destinare alla propria vita privata, che sia la famiglia, gli amici, i propri hobby. Questi due elementi devono essere sempre separati, uno non deve invadere l’altro.
In uno scenario individuale risulta quindi essenziale capire come muoversi, cosa fare e quando farlo. Inizialmente si ha molta energia e positività, le persone lavorano per raggiungere gli obiettivi e in questo modo si inizia a trascurare la vita privata, inizia il conflitto con le situazioni, cambiano i valori personali e la concentrazione sembra spostarsi unicamente su quello. Lo stress inizia a diventare reale ma si respingono queste idee, diminuisce la vita sociale, il comportamento cambia, lo stress aumenta al punto da modificare proprio il modo di essere della persona. Inizia l’apatia, la depressione e poi progressivamente avviene il crollo.
Sono dodici step consecutivi che possono portare verso il baratro, laddove non si comprenda effettivamente cosa sta accadendo. Quando ci si riconosce in uno di questi comportamenti, indipendentemente dal livello, è essenziale fermarsi e analizzare la situazione, chiedendo aiuto se necessario.
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