Il buono fruttifero è il regalo ideale per accompagnare la crescita dei più piccoli, ma in tanti stanno migrando verso i PAC. Ecco la scelta migliore!
E che cosa sono i PAC? In cosa si distinguono dal classico buono fruttifero o dal libretto? Quando si tratta di pensare a una somma o a un incentivo all’investimento da regalare, specie per i più piccoli, si pensa a un buono fruttifero, ovvero a uno strumento di investimento emesso da Cassa Depositi e Prestiti SpA (CDP). In alternativa ci si orienta sui libretti di risparmio postale.
Con il buono fruttifero gli interessi maturano con i minori fino alla maggiore età. E tale strumento di investimento può essere sottoscritto da chiunque, purché maggiorenne. Quindi non solo un genitore ma anche un nonno, uno zio o un amico di famiglia può sottoscrivere e poi regalare a un bambino un buono fruttifero postale.
Poste Italiane offre da sempre tante possibilità per sottoscrivere degli investimenti sicuri, anche per i propri figli o i propri nipotini. Quasi sempre si opta per i libretti o i buoni fruttiferi. Questo perché sono recepiti come forme di investimento sicure e abbastanza agili.
Esistono tre diverse tipologie di libretti postali dedicati a minori. “Io cresco“, dedicato ai bambini da 0 a 12 anni. “Io conosco“, per i ragazzini da 12 a 14 anni, e “Io capisco“, per i ragazzi da 14 a 18 anni. Tutte e tre queste iscrizioni possono essere aperte in forma dematerializzata o cartacea.
Il buono fruttifero è molto diffuso perché cresce insieme al minore: gli interessi maturano fino al compimento del suo diciottesimo anno di età con un rendimento fisso. L’investimento gode di tassazione agevolata del 12,50%. Inoltre tutti i buoni sono esenti da imposta di successione.
Buoni fruttiferi o PAC? La scelta che piace ai più giovani
Si sceglie il buono fruttifero postale anche perché non costo per la sottoscrizione e il rimborso, salvo gli oneri fiscali. Sempre più persone stanno però considerando nuovi strumenti di investimento. Si tratta dei piani di accumulo del capitale o PAC.
Sembra che i ragazzi apprezzino soprattutto i nuovi piani di accumulo del capitale. I PAC permettono di sottoscrivere fondi comuni di investimento. Si parla di fondi comuni di investimento o, più in generale, di organismi di investimento collettivo del risparmio.
Tale forma di investimento è sempre più impiegata nella gestione della finanza personale. E si esplica attraverso l’investimento di somme a intervalli costanti in fondi comuni di investimento. Le quote acquistabili sono variabili e seguono l’andamento del mercato.
Quando il mercato scende, con la stessa rata si possono comprare più quote. Se sale, se ne acquistano meno. Grazie ai PAC si riesce ad accantonare progressivamente il risparmio generato periodicamente. Inoltre con i piani di accumulo si ottiene una reale riduzione del rischio dell’investimento attraverso l’applicazione del principio del “dollar cost averaging” (DCA).