I buoni postali minori devono essere inseriti nell’ISEE? Ecco finalmente la risposta che in molti stanno cercando.
Molti sono coloro che utilizzano i buoni fruttiferi intestati ai minori, uno strumento per riuscire a risparmiare e che, in alcuni casi, permettono addirittura di raddoppiare la cifra iniziale che è stata versata. Si tratta di una sorta di risparmio utilizzato dalle famiglie italiane per cercare di mettere da parte del denaro per quando il proprio figlio raggiungerà la maggiore età.
Sappiamo che Poste Italiane mette a disposizione un buono dedicato ai minori con un rendimento del 4,5% da riscuotere al momento della scadenza, quindi dopo 18 anni dalla sottoscrizione. Ciò vuol dire che chi prende la decisione di intestare un buono fruttifero ad un bambino, nel momento della scadenza, potrà ottenere quasi il doppio della cifra che è stata investita.
Molti sono gli italiani che prendono la decisione di comprare buoni poiché sono garantiti dallo Stato italiano e quindi ottengono una tassazione agevolata pari al 12,5%.
In particolar modo, il prodotto intestato ai minori può essere sottoscritto da chiunque lo desideri, a partire da un padrino, una madrina, senza dimenticare la possibilità di essere sottoscritto dal nonno o dallo zio di un bambino. A questo punto è lecito chiedersi se tale documento deve poi essere inserito o meno all’interno della Dichiarazione Sostitutiva Unica.
Sappiamo che la DSU è la dichiarazione che identifica la situazione patrimoniale ed economica di ogni nucleo familiare. Quindi, ogni dichiarante avrà il compito di riportare ogni fonte di patrimonio o di reddito. La DSU è utilizzata per calcolare l’ISEE, un documento in cui vengono indicate sia obbligazioni che conti correnti, insieme a carte prepagate, oltre che buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio.
Il buono viene visto come un patrimonio immobiliare e quindi deve essere aggiunto all’interno della dichiarazione sostitutiva unica per evitare di essere sanzionati nel momento in cui si trovano dichiarazioni false. La norma però specifica cosa accade se non si inseriscono i buoni nel momento in cui non si è a conoscenza della loro esistenza. È sempre buona norma effettuare un controllo in posta e chiedere un estratto attraverso il codice fiscale dei figli prima di compilare la DSU. Inoltre, quando ci sono inesattezze sulla situazione patrimoniale, l’INPS non procede alla convalida dell’ISEE. In questo caso bisogna apportare le modifiche evidenziate dall’Istituto e poi chiedere la convalida.
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