Anche per il prossimo anno si potrà richiedere il Bonus partite Iva, ma con delle importanti novità. A chi spetta?
Il Bonus partite Iva o ISCRO (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale Operativa) era stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2021, fino al 2023, in favore dei lavoratori autonomi (professionisti e piccole partite Iva) che avevano subito un forte danno economico in seguito alla pandemia.
Il sussidio spetta, per 6 mesi, a coloro che sono iscritti alla Gestione Separata INPS, che svolgono un lavoro autonomo abituale e che hanno subito una forte riduzione del fatturato. I beneficiari, inoltre, non devono essere titolari di pensioni dirette e non essere iscritti a forma previdenziali di Assicurazione Obbligatoria.
La somma erogata varia da 200 a 800 euro al mese, a seconda dell’ultimo reddito certificato dall’Agenzia delle Entrate, ma può essere ricevuta solo una volta nell’intero triennio 2021- 2023.
La nuova Manovra finanziaria sarebbe intenzionata a far diventare strutturale l’agevolazione e creare, dunque, una sorta di ammortizzatore sociale per i lavoratori autonomi.
Cambieranno, però, le modalità di accesso al Bonus e anche la sua denominazione, che sarà “Indennità di discontinuità reddituale“.
In base a quanto si legge dalla bozza della Legge di Bilancio 2024, il Bonus partita Iva sarà incompatibile con l’Assegno di Inclusione (il sussidio che prenderà il posto del Reddito di Cittadinanza).
Attualmente, per poter ricevere la prestazione è necessario provare di aver subito una riduzione del reddito da lavoro autonomo, nell’anno precedente a quello di presentazione della domanda, del 50% della media dei redditi prodotti nei 3 anni precedenti l’anno prima della presentazione della richiesta.
In pratica, se si presenta istanza per il Bonus partite Iva nel 2023, il reddito da considerare è quello del 2022 che deve essere, a sua volta, inferiore al 50% del reddito prodotto negli anni 2021, 2020 e 2019.
La Legge di Bilancio 2024, invece, prevede che il titolare del sussidio dovrà provare di aver subito una riduzione del reddito del 70% rispetto ai due anni antecedenti.
Cambieranno anche i limiti reddituali. Se, infatti, attualmente la soglia di riferimento è di a 8.972,04 euro, dal 2024 passerà a 12 mila euro.
Rimane, invece, invariato il principio dell’apertura della partita Iva e, dunque, se nel semestre in cui si è ottenuto il Bonus la partita Iva dovesse essere chiusa, il beneficio verrà revocato, con obbligo di restituzione all’INPS delle indennità percepite dopo la chiusura.
Secondo le regole attuali, la partita Iva deve inoltre essere attiva da almeno quattro anni, alla data di presentazione della domanda.
Per quanto riguarda, infine, le tempistiche per l’erogazione del Bonus, l’INPS versa le somme a partire dal giorno successivo a quello di presentazione della domanda.
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