Dalla pandemia in avanti abbiamo conosciuto diversi bonus edilizi. Un recente provvedimento del Governo, però, ora cambia tutto
L’Italia ha lanciato negli anni una serie di iniziative di bonus edilizi negli ultimi anni, con l’obiettivo di incentivare la ristrutturazione e il miglioramento delle abitazioni. Questi bonus hanno offerto opportunità significative per i proprietari di case di migliorare la qualità delle loro abitazioni. Ma anche di ridurre i costi energetici e aumentare il valore delle proprietà. Ora, però, sta per finire tutto. Ecco le decisioni prese.
Uno dei bonus edilizi più noti è il Bonus Ristrutturazioni. Questo incentivo offre la possibilità di detrarre dall’imposta sul reddito una percentuale dei costi sostenuti per lavori di ristrutturazione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo. La percentuale di detrazione può variare, ma di solito oscilla tra il 50% e il 65% dei costi sostenuti, a seconda del tipo di intervento.
L’Ecobonus introdotto per favorire la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni inquinanti. Consente di detrarre una percentuale dei costi sostenuti per interventi di efficientamento energetico, come l’installazione di pannelli solari, la sostituzione degli infissi, l’isolamento termico e l’installazione di caldaie a condensazione. Per beneficiare dei bonus edilizi, i contribuenti devono rispettare determinati requisiti e seguire procedure specifiche. Ora, però, sta per finire tutto. Anche per ciò che concerne l’incentivo più famoso: il Superbonus.
Il panorama delle agevolazioni fiscali nel settore edilizio si è arricchito di importanti novità con l’approvazione del nuovo decreto, che introduce modifiche significative al Superbonus e ad altri bonus edilizi. Queste misure, adottate durante una seduta del Consiglio dei Ministri, mirano a garantire una maggiore tutela della finanza pubblica e a contrastare le operazioni sospette nel settore dell’efficienza energetica e delle ristrutturazioni edilizie.
Tra le principali novità introdotte dal decreto vi è lo stop alla cessione del credito e agli sconti in fattura per gli interventi effettuati dopo l’entrata in vigore delle nuove norme. Questa modifica elimina le opzioni residue che consentivano ancora l’utilizzo di queste modalità al posto delle detrazioni fiscali. Il decreto prevede inoltre un potenziamento dei controlli preventivi per individuare operazioni sospette nel settore degli incentivi edilizi. Viene introdotta la possibilità di infliggere sanzioni amministrative fino a 10.000 euro nel caso di omissione nella trasmissione delle informazioni relative agli interventi già avviati. Per i nuovi interventi, la mancata trasmissione di tali informazioni comporterà la decadenza dell’agevolazione fiscale.
Al fine di evitare che soggetti con debiti verso l’erario usufruiscano dei bonus edilizi, il decreto prevede la sospensione della possibilità di utilizzare i crediti d’imposta derivanti dalle agevolazioni fiscali nel settore edilizio. Questa sospensione avviene fino a concorrenza dell’importo dovuto in caso di iscrizioni a ruolo o atti di riscossione da parte dell’Agenzia delle Entrate per importi superiori a 10.000 euro.
Ulteriori misure sono state introdotte per prevenire frodi legate alla cessione dei crediti ACE. Il decreto riduce le possibilità di cessione e amplia la responsabilità solidale del cessionario in caso di violazioni, estendendo i controlli preventivi sulle operazioni sospette. In sintesi, il nuovo decreto rappresenta un importante passo avanti nella regolamentazione delle agevolazioni fiscali nel settore edilizio, introducendo misure volte a garantire una maggiore trasparenza, prevenire frodi e tutelare la finanza pubblica. Queste nuove norme sono state motivate anche dall’analisi dei dati ufficiali dell’Istat, che hanno evidenziato una revisione al rialzo del deficit per il 2023.
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