Nuove regole per la restituzione di un bonus erogato come trattamento integrativo: c’è chi rischia di dover restituire fino a 1.200 euro!
Anni fa il Governo Renzi introdusse un bonus erogabile al contribuente direttamente dal datore di lavoro. Si trattava del noto Bonus Renzi, o bonus 100 euro. Tale agevolazione economica è stata confermata anche nel 2024. E ciò significa che il diritto all’erogazione del trattamento integrativo da 100 euro è destinato a continuare per almeno un altro anno. L’esecutivo Meloni ha voluto tuttavia introdurre delle modifiche nel calcolo dell’elargizione, a seguito di alcune novità stabilite dalla Manovra di Bilancio 2024.
In pratica, non cambia nulla per i redditi soggetti a calcolo per determinare l’ammontare del Bonus Renzi in busta paga (tale trattamento integrativo resta invariato), ma in altri casi c’è il rischio per il contribuente di dover restituire dei soldi.
Il datore di lavoro riconosce l’importo spettante mensilmente e non cambia la regola generale del bonus. Una regola secondo cui la verifica del rispetto dei requisiti di reddito previsti per ricevere il bonus IRPEF viene effettuata con la presentazione del modello 730.
Sostanzialmente, è previsto l’obbligo di restituzione nel caso in cui il contribuente dichiari redditi inferiori o superiori ai limiti stabiliti per legge. Le modifiche introdotte dal nuovo Governo riprendono la linea del “doppio binario” (previsto per i contribuenti con redditi fino a 15.000 euro e per i titolari di somme superiori).
In pratica, i contribuenti con un reddito fino a 15.000 euro hanno diritto alla misura massima del bonus. Al contrario, i lavoratori con un reddito superiore a 28.000 euro, nel 2024, non beneficiano più del bonus Renzi 2024.
Nei piani dell’esecutivo si basa di concentrare il beneficio solo su una fascia specifica di lavoratori, per fornire incentivi finanziari a coloro che si trovano in condizioni economiche più precarie. Il bonus Renzi, noto anche come bonus 100 euro in busta paga, viene anticipato dal datore di lavoro direttamente in busta paga, ma sempre con alcune condizioni legate alle soglie di reddito annuo. La sua effettiva assegnazione è quindi determinata alla fine dell’anno corrente.
I redditi del datore di lavoro diventano però effettivamente calcolabili alla chiusura di dicembre. Quindi, solo a fine anno sarà possibile capire se le dodici mensilità del bonus possano essere giustificatamente spettanti a livello fiscale.
Quindi con il conguaglio di fine anno, potrebbero ogni volta sorgere alcune incongruenze, e così chi ha incassato il bonus potrebbe essere costretto a restituirlo: calcolando 100 euro per dodici mesi si arriva quindi alla somma massima di 1.200 euro.
Non è detto che il rimborso sia l’unica opzione. Può succedere anche che il contribuente debba avere di più di quanto ha incassato. E per questo si potrebbe ottenere il pagamento aggiuntivo, in unica soluzione, di un premio fino a 1.200 euro.
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