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Bonus contributivo parità di genere: di cosa si tratta e che categoria coinvolge

Bonus Contributivo Parità di Genere 2024, cosa è e chi può usufruirne: alcune categorie sono escluse a prescindere.

Il Bonus Contributivo Parità di Genere 2024 rappresenta un significativo passo avanti nella promozione dell’equità sul luogo di lavoro. Questa iniziativa è stata introdotta dalla Legge sulla parità salariale, con l’obiettivo di incentivare un ambiente lavorativo più inclusivo.

Bonus Contributivo Parità di Genere 2024
In arrivo nuovo bonus parità di genere: come funziona – (lamiapartitaiva.it)

L’esonero, gestito dall’INPS in collaborazione con il Ministero del Lavoro, l’INAPP e il Dipartimento per le Pari Opportunità, è disciplinato dal Decreto interministeriale del 20 ottobre 2022 e mira a premiare le aziende che si sono impegnate attivamente nella promozione della parità di genere, fungendo da catalizzatore per la trasformazione del panorama lavorativo.

Il bonus contributivo è rivolto non solo alle aziende private ma include anche enti pubblici economici, istituti autonomi case popolari, aziende speciali, consorzi di bonifica e molte altre categorie. Questa ampiezza di inclusione riflette l’obiettivo di estendere la parità di genere a diverse sfere della società, sebben alcune categorie, come le Amministrazioni dello Stato e le aziende del Servizio Sanitario Nazionale, sono escluse dall’applicazione di questo bonus.

Bonus Contributivo Parità di Genere 2024: in cosa consiste

Il Bonus Contributivo Parità di Genere 2024 è uno sgravio dell’1% sul versamento complessivo dei contributi, destinato ai datori di lavoro privati che hanno abbracciato e implementato politiche di parità di genere, ottenendo la certificazione entro il 2023. Il bonus, con un limite massimo di 50.000 euro annui e un massimo dell’1% dei contributi dovuti, è una risorsa preziosa per le aziende private che hanno adottato politiche concrete di parità di genere.

Bonus Contributivo Parità di Genere 2024
Come funziona il nuovo bonus – (lamiapartitaiva.it)

I datori di lavoro che beneficiano di questo sgravio devono rispettare requisiti chiari, come la regolarità contributiva e l’assenza di provvedimenti di sospensione dei benefici contributivi. La trasparenza è essenziale, e le aziende sono tenute a redigere rapporti periodici sulla situazione del personale, evitando così possibili sanzioni previste dal Codice per le pari opportunità. Inoltre il funzionamento del bonus è legato alla certificazione di parità di genere, con l’esonero concesso mensilmente durante il periodo di validità della certificazione. È fondamentale notare che la revoca della certificazione comporta l’obbligo di comunicare tempestivamente all’INPS e al Dipartimento per le Pari Opportunità.

Il bonus rappresenta un passo significativo verso un ambiente lavorativo più equo e inclusivo. La sua implementazione richiede la cooperazione attiva delle aziende, che devono dimostrare un impegno concreto verso la parità di genere. L’auspicio è che questa iniziativa possa fungere da modello per altre misure volte a promuovere l’uguaglianza sul luogo di lavoro, contribuendo così a creare un futuro lavorativo più equo e sostenibile per tutti.

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