Grazie al bonus animali recentemente approvato potremo risparmiare un bel po’ sulle spese per i nostri pets. Ma come funziona?
Tutti siamo affezionati ai nostri amici a quattro zampe. Ma anche la più genuina delle affezioni, quando si parla di cani e gatti, può avere un costo non indifferente.
Già qualche anno fa, nel 2015, Michela Vittoria Brambilla aveva tentato – senza successo – di far inserire nella manovra di Bilancio un bonus pari a 150 euro annuali per ogni animale d’affezione (fino a un massimo di tre) presente in famiglia e iscritto nella relativa anagrafe.
Ma cerchiamo di capire di cosa si tratta e come funziona il bonus animali 2023. Cercheremo anche di comprendere a quanto ammonta e come si fa a richiederlo.
Bonus animali, come funziona
Innanzitutto va capito bene di cosa parliamo. Per bonus animali non si intende un qualche contributo statale da destinare a chi ha animali domestici come cani o gatti. Naufragato il già menzionato emendamento alla legge finanziaria del 2015 non esiste attualmente un bonus di questo genere a livello nazionale.
A livello statale quindi non c’è un vero e proprio bonus animali. Si tratta piuttosto di una lunga serie di misure, a partire da quella principale: la possibilità di detrarre dal reddito le spese sostenute per il veterinario o per l’acquisto di medicine. Dunque, almeno a livello nazionale, l’unico bonus animali di cui oggi si può beneficiare si trova in sede di dichiarazione dei redditi. Guardando a livello locale ci sono altre misure per i possessori di animali, ma occorre interessarsi presso il comune o la regione di residenza.
Come detto, lo Stato riconosce soltanto una forma d’aiuto a sostegno del reddito di chi possiede animali da compagnia. Parliamo della detrazione fiscale del 19% sulle spese veterinarie come:
- Visite specialistiche;
- Interventi chirurgici;
- Esami in laboratorio;
- Acquisto di farmaci prescritti dal veterinario.
Dunque l’importo è variabile in base alla spesa effettuata per i nostri animali domestici. C’è però una puntualizzazione da fare. Ci sono una soglia minima e una soglia massima: la franchigia minima è pari a 129,11 euro mentre il limite massimo di spesa detraibile è di 550 euro.
Dunque al di sotto dei 129,11 euro non potremo portare in detrazione la spesa sostenuta. Invece sugli importi che oltrepassano questa cifra la percentuale del 19% andrà calcolata soltanto sul valore eccedente. Per esempio: su una spesa totale di 500 euro la detrazione dovrà essere calcolata su 370,89 euro (cifra che si ottiene sottraendo 129,11 al totale della spesa). In questo modo andremo a recuperare di 70,46 euro di spesa (che sarà sottratta dall’Irpef dovuta).