La fine del mercato tutelato fa ancora paura, tuttavia la transizione sarà più morbida del previsto. E il temuto salto senza rete non ci sarà
L’Italia è il Paese dei campanili, delle eccezioni e delle sterminate particolarità, con i suoi 7.800 Comuni. Ognuno dei quali tendente all’indipendenza, orgoglioso della propria piccola azienda municipalizzata. Quindi, la tendenza mondiale alla liberalizzazione viene accompagnata da una parte da promesse di vantaggi per gli utenti, una volta trasformati in clienti, dall’altra da timori di aumenti improvvisi e incontrollabili.
Va così da trent’anni, da quando è iniziato il grande processo di aggregazione e fusione delle piccole aziende comunali, molte delle quali ormai cadute nella rete delle più grandi e delle tanto reclamate economie di scala. Ci sono però ancora nove milioni di utenti rimasti fedeli alle municipalizzate, che fanno parte del cosiddetto mercato tutelato. Per loro, è l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) a stabilire le tariffe; per chi invece usufruisce dei servizi del libero mercato, è direttamente l’azienda fornitrice a stabilire il prezzo.
Bollette, il peggio è passato
Purtroppo l’obiettivo di ottenere una diminuzione delle tariffe grazie alla concorrenza è stato mancato soprattutto negli ultimi anni, soprattutto in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. La fase più drammatica, quando diverse attività sono state travolte dai rincari, è comunque terminata. Da aprile a giugno i prezzi continueranno la discesa intrapresa nei mesi scorsi.
La riduzione delle tariffe favorirà sensibilmente le utenze che si trovano ancora sotto l’ombrello dell’Arera, in attesa di varcare la soglia del mercato libero da luglio. Chi invece ha un Isee molto basso e viene considerato vulnerabile, beneficia di un bonus sociale, erogato dallo Stato, tramite Regioni ed enti locali. E’ il ceto medio basso, dunque, a trovarsi forse più esposto all’irrazionalità del mercato, molto sensibile ai grandi eventi mondiali.
Come cambiano gli importi ad aprile
Per tutti, in ogni caso, il prezzo dell’energia tra aprile e giugno calerà del 19,8%, per una tariffa di soli 20,24 euro al kilowattora. E’ una fase di discesa del costo della materia prima, dopo l’era del massimo stress. Le statistiche dicono che la classica famiglia Rossi, formata da quattro persone, sborsa tra il luglio ’23 e il giugno ’24 solo 662 euro per permettersi i tipici consumi energetici di questo periodo. Ne aveva pagati invece mille nei 12 mesi precedenti, dal luglio ’22 al giugno ’23.
L’Arera però invita a mantenere i nervi saldi e a non farsi illudere troppo, perché la guerra d’Ucraina si sta di nuovo trasformando in una trappola geopolitica, che farà di nuovo aumentare i costi delle materie prime. Con la complicità, per così dire, della guerra in Medio Oriente. L’inevitabile momento della scelta fatale, se aderire o no al libero mercato, dunque si approssima. Il primo luglio sarà il giorno decisivo, per i 4,5 milioni di utenti ancora in regime di mercato tutelato e non protetti dal bonus sociale riservato ai vulnerabili.
A inizio luglio, chi rifiuta di farsi servire da un’azienda in regime di libero mercato, vedrà la propria utenza messa all’asta. Sarà il vincitore a erogare per loro l’energia e ad inviare la bolletta. Seguirà quindi la fase delle tutele graduali, che durerà tre anni. Poi, chi non cambierà gestore, si ritroverà comunque le tariffe del libero mercato.