Uno dei dubbi frequenti tra i percettori riguarda la modalità di erogazione dell’Assegno Unico ai genitori separati. Cosa prevede la legge?
L’Assegno Unico e Universale è un sussidio economico, entrato in vigore il 1° marzo 2022, destinato alle famiglie con figli a carico.
Possono ottenerlo i nuclei familiari con figli fino al ventunesimo anno di età, a decorrere dal settimo mese di gravidanza. Per i figli disabili, tuttavia, non ci sono limiti di età. Affinché i figli maggiorenni possano percepire l’agevolazione, è necessario uno dei seguenti requisiti:
- frequentano l’università oppure un corso di formazione scolastica o professionale;
- svolgono un tirocinio o un’attività lavorativa per cui percepiscono un reddito totale inferiore a 8 mila euro annui;
- sono disoccupati e in cerca di lavoro presso i Centri per l’Impiego;
- svolgono il Servizio Civile Universale.
La legge non pone specifici limiti reddituali per quanto riguarda l’ottenimento della prestazione, perché può essere richiesta anche in assenza di ISEE o da chi ha un ISEE superiore a 43.240 euro. L’ammontare spettante, tuttavia, sarà commisurato al valore dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente e da altri parametri, come il numero dei figli a carico e la loro età e il diritto a eventuali maggiorazioni.
Ma a chi deve essere versato l’Assegno se i genitori sono separati o divorziati? Al riguardo, la normativa prevede delle specifiche regole. Scopriamo cosa stabiliscono.
Assegno Unico a genitori separati o divorziati: a chi spetta il sussidio?
Per quanto riguarda l’erogazione dell’Assegno Unico ai genitori separati o divorziati, la legge stabilisce che spetta al richiedente oppure, in egual misura, a tutti coloro che esercitano la responsabilità genitoriale.
Nell’ipotesi di affido esclusivo, in mancanza di accordo tra le parti, la prestazione è versata al genitore affidatario. In caso di affidamento condiviso, invece, il genitore separato o divorziato può inviare richiesta per ottenere l’Assegno Unico in via esclusiva solo se c’è stato un accordo in tal senso con l’altro genitore.
In ogni caso, risulta irrilevante la circostanza che il figlio viva prevalentemente con l’uno o l’altro genitore (a differenza di quanto era previsto per gli Assegni familiari). Di conseguenza, se manca un preciso accordo relativo alla percezione dell’agevolazione, questa verrà suddivisa al 50% tra entrambi i genitori. È bene chiarire che la legge non consente una divisione dell’importo spettante in percentuali differenti dal 50% per ogni genitore (neanche in caso di accordo).
I figli maggiorenni possono richiedere l’Assegno Unico al posto dei genitori separati o divorziati e ottenere la quota loro spettante. Ricordiamo, infine, che per la determinazione dell’ammontare della misura, è fondamentale il valore dell’ISEE del nucleo familiare a cui appartiene il figlio beneficiario, indipendentemente dal fatto che il genitore richiedente appartenga allo stesso nucleo.
In particolare, maggiore è il reddito, minore è l’importo dell’Assegno, che va da un massimo di 189,20 euro per ciascun figlio a carico a un minimo di 54,10 euro.