Il Governo vuole puntare su famiglia e lavoro per crescere il numero delle nascite: ecco cosa c’è da sapere e cosa cambierà.
Il numero di nascite in Italia non sembrano aumentare particolarmente: anzi, i numeri sembrano consegnarci una continua diminuzione di nuovi bambini. Le ragioni che possono determinare questa diminuzione è certamente una condizione economica precaria da parte di moltissimi potenziali genitori, i quali preferiscono ritardare o lasciar perdere questa possibilità.
Molte volte la paura di mettere al mondo un figlio senza avere la certezza di poterlo mantenere è un rischio concreto, per cui si aspettano quasi sempre condizioni più stabili e durature. Ma ci sono anche molte coppie che accantonano l’idea di fare un figlio semplicemente perché non rientra nei progetti di vita. Ad ogni modo, il Governo italiano guidato dalla premier Giorgia Meloni sta valutando la possibilità di aumentare l’assegno unico per le famiglie a partire dalla nascita del secondo figlio. Questo segnale farebbe di un più ampio progetto di misure per la famiglia che dovrebbe essere incluso nella prossima manovra finanziario.
La Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, ha messo in evidenza il bisogno di valutare la crisi familiare sotto ogni aspetto, soprattutto in relazione alla diminuzione dei numeri per il calo delle nascite. Attualmente, solo il 30% delle famiglie ha figli, mentre un altro 30% è composto da famiglie monoparentali, le quali presentano specifiche esigenze che lo Stato deve affrontare. Inoltre, il 30% delle famiglie non ha figli. Numeri che spaventano l’esecutivo meloniano e che sembrano incentivare i ministri a prendere provvedimenti.
Calo delle nascite, ecco cosa vuole il Governo
Il governo vuole investire su due aspetti in particolare per aumentare i numeri delle nascite e cambiare marcia: la famiglia e il lavoro.
Nel corso di questo anno, la manovra finanziaria aveva già stabilito un aumento del 50% in più rispetto al 2022 relativamente all’assegno unico per i nuclei familiari con quattro o più figli a carico. Anche i nuclei con almeno tre figli di età compresa tra 1 e 3 anni avevano ottenuto un incremento del 50%, ma solo se l’Isee non supera i 43mila euro. Per l’anno successivo ormai alle porte, Meloni e i suoi ministri stanno valutando la possibilità di applicare le maggiorazioni a partire dal secondo e terzo figlio, invece di farle scattare solo dal terzo o dal quarto figlio, come nel 2023. Questo cambiamento potrebbe agevolare le coppie con pochi figli, che come detto prima sono sempre in aumento nel panorama italiano.