Per l’anno 2024, il tasso di rivalutazione dell’Assegno sociale è stimato tra l’1,6% e l’1,8%, secondo le ultime previsioni del Def e del Piano strutturale di bilancio
L’Assegno sociale rappresenta una misura di sostegno fondamentale per molti cittadini italiani che, al raggiungimento dell’età pensionabile, si trovano con un reddito non adeguato per garantirsi una vita dignitosa. Grazie alla rivalutazione annuale, prevista per adeguare gli importi all’inflazione e quindi al costo della vita, questa prestazione è destinata ad aumentare nel 2024.
La rivalutazione degli importi previdenziali e assistenziali è un meccanismo essenziale che permette di preservare il potere d’acquisto delle prestazioni in un contesto economico in continua evoluzione.
Per l’anno 2024, il tasso di rivalutazione dell’Assegno sociale è stimato tra l’1,6% e l’1,8%, secondo le ultime previsioni del Def e del Piano strutturale di bilancio approvato dal governo. Questo aggiustamento porterà a un beneficio tangibile per i percettori dell’Assegno sociale.
Una particolarità dell’Assegno sociale riguarda coloro che hanno superato i 70 anni di età. Infatti, grazie a una misura introdotta nel 2001 dal governo Berlusconi, questi beneficiari godono di un incremento ulteriore della prestazione. Con la rivalutazione prevista per il prossimo anno, si stima che l’aumento annuo possa arrivare fino a massimo 125 euro su base annua, con vantaggi ancora più significativi per chi ha superato la soglia dei 70 anni.
Oltre all’aumento degli importi spettanti ai beneficiari attuali dell’Assegno sociale, vi è anche una buona notizia relativa all’ampliamento della platea dei potenziali aventi diritto. Infatti, le soglie reddituali necessarie per accedere alla prestazione vengono calcolate sulla base dell’importo stesso dell’assegno; pertanto, ogni aumento dello stesso comporterà automaticamente anche un ampliamento delle fasce di reddito ammissibili sia in terminologia assoluta sia relativamente alle condizioni specifiche dei pensionati coniugati.
Per chi ha già compiuto i settanta anni d’età vi sono ulteriori buone notizie: l’aumento derivante dalla legge n.289 del 2002 porta infatti l’importo massimo della prestazione a cifre ancora più elevate rispetto al resto della popolazione avente diritto all’assegno. L’influenza positiva della rivalutazione si farà sentire anche su questo fronte: considerando gli incrementi previsti sulla pensione minima e applicandoli all’incremento specificatamente pensato per gli over-70s (il cosiddetto “incremento al milione”), ci si attende che l’aumento possa essere circa dieci euro mensili nel migliore dei casi.
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