L’Agenzia delle Entrate chiarisce i dettagli della proroga della scadenza del pagamento IRPEF di novembre 2023.
La Circolare numero 31 dell’AdE pubblicata il 9 novembre fornisce indicazioni su chi può aspettare a versare le tasse.
Il 30 novembre scade il versamento della seconda rata di acconto IRPEF. Il Decreto Anticipi, però, salva alcuni contribuenti da questo obbligo rimandando il pagamento nel 2024. L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la Circolare 31 per fornire chiarimenti sul “Rinvio del versamento della seconda rata di acconto delle imposte sui redditi” specificando i beneficiari della misura.
In questo modo si fa chiarezza sulla decisione inserita nel DL del 18 ottobre 2023 che raccoglie misure urgenti in materia economica e fiscale in favore degli enti territoriali a tutela del lavoro o per esigenze indifferibili. Tra le misure la scelta di aiutare i titolari di Partita IVA consentendo loro di spostare il pagamento dell’acconto di novembre a gennaio 2024.
Secondo acconto IRPEF, chi può rimandare il pagamento
L’AdE specifica che per il solo periodo di imposta 2023 le persone fisiche titolari di Partita IVA possono effettuare il versamento con scadenza il 30 novembre 2023 entro il 16 gennaio 2024.
Condizione necessaria aver dichiarata per l’anno di imposta precedente (2022) ricavi o compensi inferiori a 170 mila euro. Il pagamento della seconda rata di acconto dovuto, poi, dovrà risultare dalla dichiarazione dei redditi e si considerano esclusi i contributi previdenziali e assistenziali nonché i premi assicurativi INAIL.
Il pagamento dovrà avvenire in un’unica soluzione entro il 16 gennaio 2024 oppure tramite dilazione della somma in cinque rate con scadenza il 16 gennaio, il 16 febbraio, il 16 marzo, il 16 aprile e il 16 maggio. Dalla seconda rata si dovranno aggiungere gli interessi al 4% annuo.
L’Agenzia delle Entrate, poi, ribadisce come ad usufruire del vantaggio siano esclusivamente titolari di Partita IVA che hanno svolto un’attività di impresa o di lavoro autonomo e come per persona fisica si intenda sia l’imprenditore individuale che il lavoratore autonomo.
A beneficiare dello spostamento della scadenza anche l’imprenditore titolare di un’impresa familiare o di un’azienda coniugale non gestita in forma societaria rispettando comunque il limite di ricavi e compensi pari a 170 mila euro.
Nella Circolare numero 31, poi, l’AdE identifica i soggetti non coinvolti nel differimento.
- Le persone fisiche senza Partita IVA (i soci, ad esempio),
- le persone fisiche con Partita IVA e ricavi/compensi nel 2022 superiori a 170 mila euro,
- i soggetti diversi dalle persone fisiche come gli enti non commerciali o le società di capitali.
Concludiamo ricordando che il differimento è una scelta del titolare di Partita IVA. Può rimandare il pagamento oppure decidere di versare l’acconto entro il 30 novembre 2023.