E’ possibile andare in pensione con 19 anni di contributi? La risposta a questa domanda è diversa da quanto potrebbero pensare molti.
Il momento in cui si riesce a raggiungere la pensione viene vissuto come un traguardo, in cui si ha la possibilità di godere del meritato riposo dopo anni di lavoro. Anzi, ora che questo obiettivo viene protratto a un’età che può non essere così bassa non si può che sentirsi soddisfatti, pur con l’auspicio di poter percepire un importo che permetta di avere uno stile di vita il più possibile dignitoso.
Esistono certamente diverse misure che consentono di usufruire di quella che viene definita “pensione anticipata”. Aderire a questa misura influisce però in maniera negativa sull’importo che si andrà a ricevere. A volte però a causa di vari problemi che si è stati costretti ad affrontare si possono avere davvero pochi contributi, per questo non può che essere interessante sapere come comportarsi in questi casi.
Chi riesce ad andare in pensione con il sistema contributivo sa bene come maggiori siano i contributi versati, più elevato sarà l’assegno che si percepisce. E’ anche per questo che in passato non erano pochi i lavoratori che continuavano a prestare servizio, se avevano l’assenso da parte dell’azienda, pur avendo raggiunto l’età limite.
Come molti sanno la soglia minima per ottenere la pensione di vecchiaia è quella di raggiungere 20 anni di contributi con 67 anni di età. Cosa fare quindi se si è lavorato solo per 19 anni, magari perché non si è riusciti a fare oltre? Il timore di molti è che in questi casi non sia possibile ricevere alcuna indennità, ma è davvero così?
Certamente in questi casi le difficoltà non mancano, ma ci sono delle soluzioni che è possibile prendere in considerazione.
Si può, ad esempio, usufruire delle deroghe per la Legge Amato, grazie a cui si può andare in pensione a 67 anni con 15 anni di contributi, ma solo se versati prima del 1992.
In alternativa, è necessario avere 71 anni di età, ma solo se i contributi sono stati versati a partire dal 1° gennaio 1996. La Legge Amato può essere utile anche se si hanno 15 anni di contributi, ma solo se si è in possesso dell’autorizzazione al versamento dei contributi volontari entro la fine del 1992.
C’è infine un’ultima soluzione da prendere in considerazione, valida quando si effettua il computo totale con la gestione separata, quella a cui ricorrono i professionisti. Si potrà così concludere la propria carriera lavorativa il lavoratore ha versato contributi in due o più gestioni o casse diverse, ha un’anzianità contributiva pari o superiore a 15 anni, di cui almeno 5 anni maturati a partire dal 1° gennaio 1996 e un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni fino al 1995.
Non rientrare in nessuna di queste quattro situazioni, per quanto penalizzante, obbligherà inevitabilmente a trovare un modo per raggiungere i 20 anni di contributi.
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